Poesia? Prosa? Delirio, mito, previsione? Per Dimitris Lyacos i confini non importano. Sono binari da attraversare sperando che non passi nessun treno, sono linee fatte per essere superate, recinti mentali che la penna può attraversare impunemente e modificare con un semplice tratto che s’interrompe, si torce, si distende: un segno scritto, una parola. Un verso, una frammento, una pagina.La sua ricerca è ardua come la salita a un monte troppo liscio per essere scalato: il significato di ogni passaggio sfugge e si mimetizza agli occhi dei lettori dentro un testo complesso e articolato eppure così esile da sembrare velocissimo.